Credi alle balle? (articolo scomodo)

5 Maggio 2023by Elisa Renaldin

Tutti, o quasi, mi risponderebbero con un secco “no” a questa domanda…perché sono convinti di saper riconoscere le balle dalla verità. Il problema è che veniamo istruiti e indottrinati da piccolissimi, a catalogare le cose in “giusto”, “sbagliato”, “vero”, “falso”, senza avere la benché minima idea di cosa sia vero e falso.

Io, per esempio, sono cresciuta in un contesto religioso in cui si ripeteva fino alla nausea  e, anzi, si definiva tutto l’impianto teologico col temine “Verità”. Cioè, la parola “Verità” veniva ripetutamente associata a quella roba lì, precisamente. Cosicché se a uno veniva vagamente in testa l’ipotesi che qualcosa che gli veniva detto non fosse proprio vero…ecco che immediatamente sgorgava l’abbinata verità=credo. Questa è “la” verità, non puoi metterla in dubbio, non puoi metterla in discussione. Se lo fai, sei tu che stai sbagliando (e vari auto-giudizi a valanga).

Oltre ai contesti religiosi, anche altri ambienti propongono una versione dei fatti catalogandola come “verità”, e questo rende molto, molto difficile distinguere il vero dal falso, per via di questo sottile indottrinamento.

Inoltre, si crea un conflitto interno fortissimo, perché mettendo in discussione ciò che ci è stato inculcato fin da giovani, ci sentiamo lacerati tra il dover rispettare ciò che riteniamo essere “giusto” e il bisogno di ascoltare quella parte di noi che dal profondo sussurra: “c’è qualcosa che non torna”.

Come gestire il conflitto interno?

Come si gestisce questo conflitto? La maggior parte mette a tacere tutto, si affida alle certezze mentali, procede come un carro armato e soffoca ogni impulso a prendere strade nuove. Uscire da quei Recinti Percettivi (perché è di questo che si tratta: percezioni distorte di sé e della realtà esterna) è troppo faticoso o troppo doloroso: causerebbe smottamenti troppo forti, perciò si marcisce lì, magari sviluppando un disturbo di salute dietro l’altro (so di moltissimi casi andati a finire così).

L’altra ipotesi è rischiare, mettere in dubbio le proprie certezze, osare, seguire l’Intuito che tenta di guidarci “oltre”. Io anni addietro l’ho fatto, e dio solo sa cosa m’è costato. Ma rimanere in quelle gabbie mi sarebbe costato molto, molto di più. Il prezzo della Libertà valeva la pena di essere pagato, anche se è stato doloroso e difficile.

Per questo, oggi, mi sta così a cuore la Verità, intesa come Autenticità. La Verità che ognuno trova dentro di sé, e non in seguito a indottrinamenti. La Verità del Cuore e dell’Anima, e non della Ragione.

Mi si potrebbe dire: ma chi è in certi contesti religiosi è convinto che quella sia la “verità”, e che sia anche riconosciuta dal proprio Cuore. E’ vero, infatti chi sta bene lì dentro e si sente sereno e tranquillo, ci stia pure. Ma io non sto parlando a loro. Io mi rivolgo a quelli come me che sentono il tormento, quella sensazione del “c’è qualcosa che non va” e del “non mi sento bene qua dentro” o del “ma cosa ci faccio qui”. E’ a loro che tendo la mano e dico: coraggio, dall’altra parte del Recinto Percettivo ti aspettano nuove verità su te stesso. Sei pronto a scoprirle?

Tutto il mio lavoro va in questa direzione: essere d’aiuto affinché la gente impari a riconoscere le menzogne e ne stia lontana. La menzogna è il freno e il limite peggiore per qualsiasi azione e cambiamento, perché distorce la visione di se stessi e della realtà. Credere alle balle che vengono smerciate più o meno consapevolmente (dal sistema, dai media, dalla religione, dalla politica, dalle istituzioni, dalla famiglia stessa) blocca l’azione, la stronca sul nascere. Ogni mio percorso, individuale e di gruppo, punta a togliere quel filtro, portando a non giudicarsi più e a non temere il giudizio degli altri, e questo è il primo passo per il cambiamento.

E tu? Sei pronto a fare un passo fuori dai Recinti Percettivi?

Elisa Renaldin

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