RIACCENDITI!

14 Maggio 2019by Elisa Renaldin

Sei acceso o spento?

Siamo fiamme vive, giunte sin qui dall’Universo, piene di luce e calore, ricolme di talenti e aperte ad infinite possibilità. Già ancor prima di nascere subiamo influssi dall’ambiente circostante, compreso il grembo che ci ospita durante i mesi di gestazione. Appena mettiamo fuori la testa, subiamo uno shock che si imprime nelle nostre cellule, e subito dopo inizia l’indottrinamento fuorviante, che un po’ alla volta ci allontanerà dalla nostra vera natura. Da bambini, per quanto la fiamma sia ancora viva e calda, viene ridimensionata e contenuta, e in età adolescenziale – l’ultimo momento di reale barlume – subiamo i colpi più duri, per la fatica di dover ricercare amore e approvazione, e così assimiliamo un’altra caterva di schemi mentali, che si aggiungono a quelli già assorbiti dalla scuola e dalla religione. Sono molte le fonti di inquinamento della nostra aria, che impongono alle nostre fiamme di ridimensionarsi un po’ alla volta, fino a volte a soffocare. C’è il pericolo di ridursi in cenere, e vedere soffiate via tutte le nostre possibilità. Nessuno di noi vuol trovarsi in quella condizione, ma di fatto ci finiamo quasi tutti, e nemmeno ce ne accorgiamo. Questa è la perversa genialità dei sistemi di credenze che adottiamo, e che si instaurano nella nostra mente a nostra insaputa, come fitte maglie di una ragnatela, ovunque.

Ma se perlomeno, dentro di te, c’è ancora un impulso alla ribellione, una fastidiosa insofferenza che non ti fa cedere, una tendenza a scrollarti di dosso qualcosa che senti estraneo, allora non tutto è perduto. Come ben sappiamo, la cenere non può essere riaccesa, ma se appena c’è un po’ di brace, il fuoco può sopravvivere. Bastano ossigeno e legna secca, e un po’ di movimento.

Cosa significa “riaccendersi”?

Su questi presupposti si basano il mio libro “Riaccenditi!” e i workshop che ho sviluppato. Il mio obiettivo è smuovere la brace ancora accesa e buttare qualche ciocco di legna affinché le fiamme tornino a rianimarsi. Nel mio libro troverai alcuni spunti e suggerimenti, e verrai portato a farti domande e a riflettere su chi o cosa si trova dentro di te. Nel workshop di due ore, che è un assaggio, darai una soffiata di alito sulla brace, inizierai a sperimentare qualcosa di nuovo, e a vedere che dando il via, tutto si può rianimare. Nel workshop intensivo di un weekend, invece, vedrai in prima persona e con intensità cosa vuol dire riaccendersi.

Verrai prima di tutto orientato alla riscoperta della libertà interiore, dei tuoi talenti e unicità, per capire cos’è realmente l’autenticità, e per fare questo sperimenterai il Teatro Trasformativo, che è un metodo che utilizzo da oltre 10 anni nei miei corsi di teatro, ed è il frutto di una continua elaborazione e unione di metodi e tecniche che agiscono sul piano fisico, emozionale, mentale ed espressivo. Quello che ti succederà, sarà la sperimentazione di un nuovo te stesso, per riscoprire parti di te sopite o dimenticate. Sarai spronato a uscire dalla zona di comfort per ampliare gli orizzonti su chi sei e su chi puoi diventare, ritrovando antichi sogni e desideri, percependo la tua vera natura.

Che benefici potresti avere partecipando al workshop? Ad esempio:

  • Ritrovare lo slancio per progetti e sfide
  • Riappropriarsi del coraggio per prendere decisioni rimandate
  • Imparare a riconoscere e a tenere a bada il giudice interiore
  • Iniziare a ritrovare autostima
  • Cambiare prospettiva su te stesso/a
  • Comprendere la dinamica del conflitto interiore che blocca l’azione e far pace con te stesso
  • Ritrovare motivazione per attuare cambiamenti
  • Ritrovare vitalità e creatività
Il disagio di molti

Ciò che spesso le persone lamentano è la difficoltà a restare confinati entro i limiti dettati dall’ambiente esterno. Nessuno è più libero di esprimere se stesso, e questa castrazione indotta o autoindotta porta poi talvolta a sfoghi eccessivi, per la difficoltà di non riuscire a contenere la frustrazione e la fatica di questo vivere non autentico. Ciò che occorre è avere, o meglio riprendersi, uno spazio in cui agire liberamente, dare sfogo agli accumuli emotivi, ritrovare tempo, ritrovare libertà, concedersi la sperimentazione, abbassare il livello di tensione, e riaprirsi alla creatività, dandosi maggior spazio e libertà espressiva. Una volta abbassato il livello di tensione, oppure rialzato il livello di energia – spenta magari a causa di preoccupazioni e mancanza di gioia – si andrà verso un riequilibrio. Il workshop ha proprio l’obiettivo di darti quello spazio esplorativo, in cui ritrovare il vero te, per poter riprendere in mano le redini e attuare piani, concepire idee, avviare progetti, ristabilire equilibrio, e ripartire un po’ “rinfrescati” o meglio ossigenati, dato che di fuoco stiamo parlando. L’ossigeno che ti darai sarà una scorta vitale che ti permetterà di ripartire, o di mettere il boost alla tua attuale condizione.

Ciò che tutti desideriamo è realizzare noi stessi, esprimerci pienamente e trovare gioia e appagamento. E’ una ricerca che non ha mai fine finché non ci decidiamo a guardare DENTRO, ove giace sopita una brace che necessita di essere riaccesa.
E tu…vuoi riaccenderti?

Come riaccendersi?

Ci sono varie fasi di passaggio, per tornare ad essere vivaci e vitali, ispirati, motivati e sentire di coincidere con la propria vera natura. Per entrare nuovamente nella propria sfera creativa e intuitiva, occorre sollecitare adeguatamente e a lungo certi aspetti di sé. Nel workshop di un weekend, daremo il via a questo processo e:

Esplorerai dentro di te per ritrovare delle essenziali necessità che sono state trascurate o dimenticate, allo scopo di riconnetterti coi valori che ti motivano all’azione.

  • Scoprirai i bisogni dell’anima: capirai quali sono le passioni più profonde, ancestrali, basilari, che poi ti portano a trovare la tua missione
  • Inizierai a fare piazza pulita dei condizionamenti e degli obiettivi altrui che ti hanno generato insoddisfazione e frustrazione
  • Sperimenterai come l’auto osservazione sia indispensabile per capire chi non sei e come muoverti con maggior coerenza
  • Scoprirai l’arte come strumento espressivo, creativo e di divertimento
  • Solleciterai lo strumento corpo attraverso il movimento, il respiro, la voce, la gestualità
  • Come trait d’union ci sarà il Teatro Trasformativo: recitare ruoli diversi per scoprirsi diversi
Quanto pensi di valere?

Una delle questioni più delicate e importanti per tutti è senz’altro legata al valore che ci attribuiamo. Senza ricostituire un sano e amorevole rapporto con se stessi, qualsiasi percorso, tentativo e sperimentazione, è pressoché inutile. D’altro canto, una persona che si ama e ha fiducia in se stessa, e riconosce il suo valore, percorre a grandi falcate l’autostrada della vita. Non è una condizione che si ristabilisce in due giorni, ma è importante iniziare a rendersi conto a che punto ci troviamo. Se passiamo la maggior parte del tempo a criticare noi stessi, o se nella nostra testa ancora riecheggiano vecchi epiteti ricevuti da figure da noi riconosciute autorevoli, sarà difficile e faticoso andare lontano. La mente assorbe come una spugna, e tutto ciò che ha lasciato un segno nel nostro apparato emotivo, non se ne va utilizzando una gomma. Ci vogliono tempo e metodo, ma senza dubbio iniziare dal riconnettersi con una parte che riconosciamo come vera, autentica e degna di ammirazione, amore e stima, è il primissimo passo che è necessario fare. Il valore che dai a te stesso o a te stessa è la base su cui costruire il tuo futuro. Da lì, sarà possibile mettere le fondamenta e iniziare a muoversi in direzione della propria missione, scoprendo i bisogni dell’anima. E’ davvero importante capire quali sono le tue passioni più profonde, ancestrali, ma proprio le TUE! Non quelle che ti hanno indotto a credere che siano le tue. Se, cercando in fondo al pozzo, ritroverai il tuo valore essenziale – che è spesso coperto da condizionamenti e obiettivi altrui – ti potrai liberare di quel senso di frustrazione e impotenza che molto spesso blocca e ti impedisce di muoverti con passo deciso verso la tua realizzazione.

Quanto è importante il corpo?

Il corpo è lo strumento attraverso cui viviamo ed è, come dico spesso io agli addetti ai lavori, lo strumento principe per l’attore: egli si muove sul palco attraverso il suo corpo, e veicola le emozioni attraverso di esso. Corpo vuol dire respiro, movimento, voce, stati emotivi. Ma vuol dire anche olfatto, tatto, udito, vista. Più i sensi sono espansi, e più la percezione di se stessi e della Vita acquista colore e intensità. Più ci apriamo a sentire, e più tocchiamo la nostra intimità, e ci ritroviamo.

Il movimento, oltretutto, consente di liberare tensioni corporee accumulate, e di rilasciare un po’ di ciò che nei nostri muscoli e nelle nostre cellule si è accumulato, vale a dire emozioni represse, pensieri non consapevolizzati, parole non dette, gesti frenati, impulsi bloccati, reazioni smorzate. Molto spesso siamo il risultato di azioni di adattamento a vincoli, obblighi e divieti; siamo ciò che resta del nostro vero noi, quello che non è del tutto soffocato sotto il peso della negazione. Per stanare certe parti di noi, occorre sollecitare l’utilizzo dei sensi, a partire dal corpo. Abbiamo la fortuna di poter attingere a moltissimi strumenti di grandi esploratori dell’universo uomo, che sono vissuti prima di noi, sia nel campo della crescita e del lavoro corporeo, sia nel campo del teatro. Nel workshop verrà dato risalto a questo aspetto e anche all’interazione con gli altri partecipanti per riscoprire una nuova modalità di usare i nostri sensi.

Fare qualcosa per se stessi, ritrovare se stessi

Mettersi nella condizione di ritrovare se stessi può avvenire attraverso vari strumenti: molti ritrovano pace camminando nella natura, altri scrivendo un diario, altri dedicandosi a un’attività artistica o creativa. Qualcuno medita, altri praticano sport estremi, altri ancora viaggiano. Ognuno ha una spinta differente, all’interno di se stesso, che lo porta a sperimentare strade che sente affini. E’ l’Anima che dà questi suggerimenti. Peccato che non sia sempre facile ascoltarla, dato che la sua voce è spesso sepolta sotto un’incessante dialogo interno. L’ascolto di se stessi parte da dentro, e qualora le attività suindicate seguano ad un richiamo dell’anima, allora rinforzano la propria scoperta, altrimenti rischiano di diventare solo un diversivo. E’ importante cogliere la differenza tra ricerca e distrazione. C’è un capitolo del mio libro, intitolato appunto “Distrazione o centratura?” in cui parlo di questo, riferendomi a quei momenti in cui potremmo utilizzare armi e trucchetti per spostarci di livello vibratorio:

ma bisogna comunque prestare ascolto e attenzione all’effettivo risultato che hanno su di noi: ci risollevano o ci distraggono solamente? Dobbiamo fare una doverosa premessa: per levarsi dal pantano emotivo e mentale, uno sforzo ci vuole, non ci sono santi. Perfino meditare potrebbe non servire a un bel niente, se è solo una fuga. Se sono sopraffatto dalle emozioni e per riuscire a sostenerle mi devo rifugiare nella meditazione…mah, io proverei a chiedermi se non sia il caso di guardare cosa vorrebbero comunicarmi, quelle emozioni. Questo è solo un esempio, chiaramente, ma si può applicare a tutte quelle circostanze in cui si vorrebbe essere da un’altra parte, in un altro tempo, a fianco di altra gente, a fare altro. E’ valido soprattutto quando si vorrebbe essere lontani da se stessi, dalla propria vita e dalla propria routine (lavorativa, famigliare…). Il malessere non va mai trascurato, è un chiaro segnale, potremmo identificarlo come un cartello stradale che indica il percorso”.

Abituarsi a “darsi retta” è un passaggio fondamentale, qualsiasi cosa si voglia fare: stare meglio, realizzarsi, evolversi, cambiare, e soprattutto riaccendersi.

Se vuoi essere dei nostri al prossimo workshop, tieni d’occhio le date, e nel frattempo comincia a osservare cosa si muove dentro di te. Le fiamme, una volta evocate, iniziano a cercare l’ossigeno.

Elisa Renaldin

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