Il furto dell’attenzione

1 Dicembre 2019by Elisa Renaldin

Che ne è stato di noi?

Viviamo in una realtà piena di quelle che sono state definite “armi di distrazione di massa”. E la distrazione non è soltanto dai problemi “reali”, ma anche e soprattutto da noi stessi. Tutto attira la nostra attenzione: gli altri, le questioni e i fatti degli altri (per non dire i cazzi degli altri), le notizie, i programmi televisivi, i problemi sul lavoro, le dinamiche di coppia, la crisi, il lavoro, la salute, l’aspetto fisico, l’inquinamento, le guerre, le catastrofi, i telegiornali, i quotidiani, i settimanali, i mensili. I romanzi, le parole crociate, i social network, gli apparecchi elettronici, i gadget, le cose materiali e non da ultimo i propri drammi personali. Significa che non dovremmo occuparci di nulla di tutto ciò? A volte penso che non dovremmo affatto…e che vivremmo meglio su un’isola deserta…ma se siamo qui, in mezzo a questo manicomio, ci tocca occuparci di certe cose. Ma non siamo obbligati a preoccuparci. Né tanto meno a dannarci, lasciando che TUTTA la nostra Attenzione – e quindi Energia – venga assorbita.

Chi ha interesse ad attirare la nostra attenzione? In genere, chi vuole ottenere qualcosa da noi: dal bambino che fa i capricci, al cane che scodinzola, dal commerciante al politico, dal partner al datore di lavoro, il collega, l’amico. Tutti vogliono qualcosa: attenzione, denaro, coccole, favori, tempo, risorse, idee, consigli, compagnia, aiuto, sostengo, soluzioni. Sebbene buona parte del nostro tempo trascorra anche in interazione con l’altro, tuttavia occorre chiedersi se non si sta concedendo troppo spazio ad esigenze altrui, trascurando le proprie. Non che si debba dare per ricevere, ma comunque il nostro bilancio deve almeno andare in pari, se non essere in attivo, perciò se siamo sempre in credito di tempo e attenzione, rischiamo la bancarotta energetica.

C’è inoltre un altro grave problema spesso sottovalutato: L’ASSENZA DA SE STESSI. L’attenzione continuamente richiesta dall’esterno, ci impone di guardare sempre FUORI, e raramente ci consente di osservare DENTRO, anche perché lì abbiamo poca voglia di entrare per non vedere ciò che non ci piace. E così trascuriamo di ascoltarci e di riscoprirci, sommersi dalle incombenze e totalmente assorbiti dal chiasso che ci richiama ripetutamente coi vari: “di qua!”, “presta attenzione a questo!”, “osserva quest’altro!”. Ma lo sappiamo che attenzione = energia? A cosa presti attenzione? Ai problemi o alle soluzioni? Ai drammi o alla pace? Al benessere o al disagio? Alla salute o alla malattia? Alla prosperità o alla scarsità? Alla gioia o al dolore? Al successo o al fallimento? Al possibile o all’inattuabile? A te stesso o agli altri? E con che frequenza? La capacità di osservarci dentro, scrutare la nostra interiorità, contemplare il nostro spazio interiore, è quasi completamente andata perduta. Nessuno o quasi ci esorta e ci sprona con un bel: “guardati dentro!”, “osserva te stesso!”, “presta attenzione a te!”. Ma va!! Tutto tranne che noi, ovunque tranne che dentro. Questo cosa causa? Una grave perdita di tempo e di energia, oltre che la perdita della capacità di rimanere focalizzati in un punto fermo. Siamo sballottati come una barchetta in mezzo alle onde di un mare in tempesta, il che significa che non andiamo d nessuna parte perché non decidiamo noi dove andare.

Sei un cane o un’ape?

Ci muoviamo di qua e di là seguendo i richiami, così come fa un cane che annusa ogni angolo di strada. Dove va? Da nessuna parte! Segue gli odori e basta, non ha una meta. Al limite cerca un angolo dove fare pipì. Se anche scegliamo di non avere una meta precisa e farci guidare dal “flusso”, almeno ispiriamoci alle api. Che fa l’ape?

  • vola, è una sua abilità

  • mangia e si nutre di fiore in fiore

  • esplora

  • va dove le piace

  • ha una vita di comunità in cui dà il suo contributo attivo

  • produce qualcosa di buono e utile per sé, per la sua comunità e per altre specie

Inoltre, senza rendersene conto, ha un ruolo di estrema importanza nel sostenere la vita: impollina. L’ape non si distrae. Se lo facesse, saremmo tutti morti.

Ora, pensa se ognuno di noi si concentrasse su ciò che ama fare ed è bravo a fare, e se ne stra-sbattesse di tutto il caos intorno che cerca di richiamare ossessivamente la sua attenzione-energia. Cosa accadrebbe? Non voglio darti io la risposta.

Pensa al tuo sogno più grande, alla tua aspirazione più alta, al tuo miglior potenziale. Respira le sensazioni che ti genera, visualizza la realizzazione materiale del tuo pensiero, percepiscila a livello sensoriale (udito, tatto, olfatto…). Ecco. Questo è un modo attraverso cui agiscono la focalizzazione e la visualizzazione: ti fanno concentrare in un punto. Tutta l’attenzione è lì, il pensiero è lì, il focus è lì, le sensazioni sono lì. In questo modo si inizia un processo di manifestazione della realtà. Perché “si inizia”? Perché è un processo che va protratto nel tempo, proprio come un atleta deve allenare un muscolo per diverso tempo, prima di vederlo crescere. Sollevare i pesi due o tre volte e senza metodo, non verve. Così come pensare qualche volta e distrattamente o in maniera discontinua a un obiettivo, non lo concretizza. Anche nelle visualizzazioni di vuole metodo e costanza. Cosa ci impedisce di farlo? Tutte le distrazioni da cui siamo circondati, finché concediamo loro di invadere il nostro spazio. Se l’umanità si concentrasse unitamente, con costanza, regolarità e metodo su una prospettiva di vita ricca di benessere e salute, questo potenziale inizierebbe subito a mettersi in atto. Ma chi manovra i fili dietro le quinte lo sa benissimo, perciò propone distrazioni, drammi, ipotesi catastrofiche e preoccupazioni di continuo, per distogliere la nostra attenzione da ipotesi di benessere e farla convogliare verso potenziali di povertà, malessere e divisione. Noi ci lasciamo distrarre in continuazione, e prestiamo il fianco a questo gioco perverso, in cui finiamo per smenarci tutti quanti. E nemmeno ce ne accorgiamo.

Cosa sta causando tutta questa distrazione?

Non ce ne accorgiamo perché il problema principale è l’incapacità di dirigere l’attenzione laddove noi vogliamo. Provare a restare concentrati per 30 secondi su un’immagine, un oggetto, senza l’arrivo di pensieri disturbanti, risulta impossibile per la maggior parte di noi. Ma qui sta l’essenza della manifestazione: attenzione concentrata in un punto abbastanza a lungo per poter passare dal piano della coscienza al piano della materia. Sulla base di questo principio, capiamo anche la ragione per cui veniamo tutti indotti a OSSERVARE – e quindi prestare attenzione – ai peggior scenari possibili: odio, guerre, crisi, malattia, paura. L’inconscio collettivo osserva e concentra l’attenzione a lungo su queste ipotesi e le manifesta senza rendersene conto. Il furto dell’attenzione è un crimine contro l’Umanità, e l’unico modo per contrastarlo è riappropriarci dell’Attenzione Soggettiva, dirigendola con accuratezza dove noi vogliamo.

Se hai letto l’altro mio articolo sulla fuffa, saprai che il mio obiettivo non è quello di venderti un mio libro o un mio corso. Non ho scritto questo articolo con lo scopo di portarti al “clicca qui” per partecipare a. L’ho scritto perché mi sembra utile e urgente. Se poi, sulla base di questa lettura, ritieni che io possa avere qualche strumento utile per te, chiaramente ti suggerisco di venire a conoscermi personalmente ad un corso. Io ho sperimentato strumenti e tecniche, tra cui il teatro, che mi hanno aiutata moltissimo, anche in tema di attenzione e concentrazione. Mi diverto a tenere corsi e workshop, e se non c’è gente non li posso fare, quindi è chiaro che mi farà piacere se verrai al prossimo workshop. Ma non perché ti ho indotto io a iscriverti, ma perché ritieni che potrebbe essere per te utile e interessante. Con me voglio solo gente convinta, che sceglie con attenzione, e non pedine. Voglio anime che sentono: “sì, qui c’è qualcosa di buono per me”.

Se pensi che questo articolo possa essere utile a qualche tuo amico o conoscente, ti chiedo di condividerlo con lui/lei. Non ci guadagno niente. Semplicemente non voglio essere una voce inascoltata. Anzi, formulo meglio: voglio che le mie parole arrivino a chi le sta cercando. Mi puoi aiutare?

Elisa Renaldin

https://elisarenaldin.it/wp-content/uploads/2020/07/logo-white-elisa-renaldin.png

Seguimi sui canali social:

Elisa Renaldin – Copyright © 2018 – Cookie | Privacy | Personalizza Cookie

Elisa Renaldin – Copyright © 2018