Il cambiamento è possibile, con la Transformational Experience?

24 Giugno 2019by Elisa Renaldin

Davvero si può cambiare?

Siamo ormai bombardati da proposte che parlano di cambiare la propria vita in un baleno, a suon di slogan come “rivoluziona la tua vita in un weekend” e “cambia tutto e per sempre in poche ore”.

Ma è realmente così?

Lasciate che mi esprima onestamente e, come rappresentante del concetto di Trasformazione, vi dica chiaro e tondo: no, non è così. E quindi a che vale partecipare ad un evento sul cambiamento? Ora ve lo spiego: serve ad aprire una breccia, a varcare un sentiero iniziale, che però poi va percorso passo dopo passo. Le scosse di terremoto fanno cadere le vecchie strutture, quelle già fragili, quelle che poggiano su fondamenta fragili, erette con materiali di scarsa qualità. La Transformational Experience è quella scossa di terremoto. Una volta buttate giù le vecchie mura, che si deve fare? Iniziare a ricostruire il nuovo, consapevoli che se utilizzeremo i vecchi materiali, riedificando sulle stesse fondamenta, prima o poi ci sarà un altro crollo. Potremmo andare avanti così tutta la vita, sapete? E allora siamo senza speranza?

No, si tratta di cambiare la visione di noi stessi, innanzi tutto, e questo permetterà di avere un nuovo sguardo anche sulle situazioni intorno a noi. Si tratta di spezzare l’ipnosi dell’abitudine, smascherare i condizionamenti assorbiti, smantellare gli automatismi, mettersi nuovi occhi e imparare a vedere altro. Questo richiede senz’altro uno sforzo, ma è proprio da questo attrito che si genera in noi una nuova sostanza, come un nuovo fluido che ci attraversa, permettendoci di addentraci in territori nuovi, ancora tutti da scoprire.

Sapere non basta. Agire è la chiave

Lo sappiamo perché ci è stato detto in tutte le salse, da tutti, da sempre. Però forse ce ne dimentichiamo, ricadendo troppo facilmente nella vecchia routine che ormai da tempo ci imprigiona. Ed è qui che uno sforzo focalizzato ci aiuterà a rimanere costanti sul nostro nuovo percorso, senza aspettarci nulla dagli altri, ma prestando la massima attenzione a ciò che faremo noi, da questo momento in poi. I primi aspetti a cui badare sono nella nostra mente, primo fra tutti: consideriamo fattibile e realizzabile un cambiamento? Riteniamo l’essere umano, in generale, capace di evolversi e migliorare la sua vita? Ma ancora prima: siamo consapevoli di esprimere, nella migliore delle ipotesi, forse solo il 30% del nostro vero Essere? Quanti aspetti di noi sono rimasti sepolti e inespressi? Quanti talenti abbiamo sacrificato? Quante parole abbiamo taciuto e quante emozioni abbiamo represso? Già la risposta a queste domande può portarci a percepire un po’ di quanto abbiamo perso per la strada. Ma nulla è perduto, si tratta solo di levare via un po’ di strati dati dalle paure, dai preconcetti, dai dubbi, dalle false idee su di noi e soprattutto dagli immancabili giudizi che costantemente riserviamo alla nostra persona. Allora partiamo da qui, dal darci una possibilità, e dal prendere in considerazione l’ipotesi che ci possono essere altri modi, altre vie, altre modalità per sperimentare la vita.

Ecco cosa può accadere quando vivi una Transformational Experience

E’ assolutamente da provare: è una rinascita dalle ceneri, un elevarsi al di sopra dei propri limiti e delle proprie paure, è una possibilità unica nel suo genere di riprendere in mano la propria vita e togliersi la maschera, mostrandosi al mondo per come si è davvero. Ho ritrovato la mia essenza e le emozioni che erano sparite, ho ritrovato le parole che non sapevo più scrivere, ho ritrovato i sorrisi che non sapevo più fare e anche le arrabbiature che non volevo esperire, ho ritrovato un’intensità e una brillantezza che erano andate sepolte dal tempo, dall’inadeguatezza, dalla quotidianità, dai timori. Mi ritrovo a vivere tutto sulla pelle ora, ne ho necessità. Ora ho bisogno di vederle le persone, di toccarle, di interagire, di fissarle negli occhi, di sentirne il calore e l’odore”.

Chiara Rolleri – Impiegata, studentessa in Medicina, aspirante psicoterapeuta

“Mi è piaciuto tantissimo. Per me è stata una fortuna frequentare questo corso, che è arrivato nel momento in cui avevo bisogno di dare una svolta alla mia vita. Mi ha sgomberato la mente da pensieri e ansie; e con determinati esercizi ho tirato fuori dei sentimenti schiacciati per troppo tempo e ho smesso addirittura di odiare, liberando la mia mente da quel peso emotivo.

Mi ha aiutata a conoscere meglio il mio corpo e a farlo muovere con naturalezza, senza provare vergogna ed eliminando quei blocchi mentali che causavano dei blocchi fisici. A fine corso ho acquisito più sicurezza in me e mi sono sentita appagata. Ho anche scoperto una passione per il teatro! L’emozione che dà il palcoscenico è indescrivibile, non lo si può raccontare, lo si deve vivere e provare sulla propria pelle. Consiglierei a tutti di provare questo corso!”

Erika Nerboni – Impiegata tecnica, Diplomata nel settore abbigliamento e moda

Si tratta proprio di sfondare un muro e andare a vedere cosa c’è al di là. Non lo saprai mai finché non l’avrai provato.

E’ adatto solo ad alcuni? Servono dei prerequisiti?

No, tutti possono partecipare con l’idea di volersi mettere in gioco. Giovani, meno giovani, donne, uomini. La Trasformational Experience ti prende dal punto in cui ti trovi e ti accompagna in un’altra area, facendoti fare conoscenza di parti di te stesso sopite, o non ancora espresse. Ti permette di esplorare, di sperimentare, di relazionarti all’altro, di scoprire nuove attitudini e capacità. E’ a tutti gli effetti un piccolo viaggio in un altro mondo, un assaggio di ciò che potrebbe essere, è la vista su uno scorcio di un nuovo paesaggio.

Il metodo utilizzato privilegia l’accesso al sé attraverso la sperimentazione corporea, e l’ho trovato congeniale ed efficace specialmente per persone come me, che sono estremamente logiche e razionali. Il lavoro di gruppo ha rafforzato i legami e creato un rapporto profondo e sincero tra i partecipanti. Sono convinto che la mia modalità di relazionarmi agli altri è sicuramente migliorata. La mia comunicazione è più diretta ed empatica. Mi sento più consapevole di me stesso e più aperto nel mettermi in gioco. Consiglio questa esperienza a tutte quelle persone che, consapevoli di avere un potenziale a volte inespresso per limitazioni anche inconsce, vogliano mettersi alla prova e cercare di superare i propri limiti per vivere con maggiore pienezza la loro vita.

Walter Reggiori – Maturità scientifica, Laurea in Ingegneria Elettronica, Responsabile servizi informatici in una Banca Svizzera

Una volta intravisto tutto ciò, il cambiamento è bell’e fatto? No, miei cari. Quello è solo l’inizio. Abbiamo aperto le danze e preso l’antipasto. Ma si sa, l’appetito vien mangiando, perciò chi lo desidera potrà farsi una vera scorpacciata. I nuovi cibi vanno poi digeriti, certo, occorre farli sedimentare e scendere in profondità. Poi però bisogna alzare di nuovo il culo dalla sedia, ve lo dico chiaro: il cambiamento non si stabilizza in un istante, dobbiamo proprio insistere, o l’inerzia delle vecchie abitudini ci porterà indietro come un elastico legato intorno alla vita.

Come si fa a stabilizzare il cambiamento?

Con l’assidua ripetizione delle nuove abitudini, non dandosi tregua e riconducendo se stessi continuamente sul nuovo percorso. Nel mio libro “Riaccenditi!”, parlo spesso di questo concetto. C’è un capitolo dal titolo “Martellate come fabbri”, che vi darà una bella carica ogni qualvolta avrete la tentazione di sedervi o di mollare. Questa è l’introduzione del capitolo:

“Ci hanno insegnato ad essere concreti e a restare “coi piedi per terra”, per evitarci qualche ipotetico problema legato ai nostri sogni e alle nostre aspirazioni. L’esito di questo insegnamento ha fatto sì che la maggior parte di noi abbandonasse qualsiasi sogno e ambizione in favore di una più concreta realtà fatta di lavoro concreto e azioni pratiche. Insisto sulla parola “concreto”, proprio perché a mio avviso l’atteggiamento di entusiasmo è quanto di più concreto possiamo scegliere di adottare. Non perché ci distrae dalla realtà e ci trasporta in mondi immaginari in cui tutto va bene ma perché, anzi, tende a farceli realizzare per davvero, quei mondi. L’unico motore che riesce a smuovere le montagne è l’entusiasmo

Bello, intenso, coinvolgente, divertente, liberatorio, profondo…aperto a tutti! Cosa ha significato per me? Mettermi in gioco! Mi ha aiutato? Vedo aspetti nuovi e agisco azioni diverse dal solito, il che mi scomoda, ma mi piace! Grazie per il cammino condiviso”.

Luana Macchi – Laureata in Psicologia, studentessa di Psicoterapia ad orientamento Junghiano, Master in Psicologia dell’Apprendimento e in Clinica e Didattica per i DSA, insegnante di Scuola Primaria e Psicologa.

Di quali strumenti possiamo avvalerci?

Il primo: l’esperienza diretta. Prendere parte ad uno dei possibili eventi, ti fa vivere in presa diretta tutto ciò di cui stiamo chiacchierando ora.

  1. Il punto di partenza è sicuramente il corpo, abbiamo l’esigenza di liberarlo il più possibile da zavorre e intralci emotivi e psicologici. Changing Workshop è stato concepito apposta come percorso a tappe per esplorare sempre più in profondità quest’essenziale esigenza.
  2. Una volta ripulito il corpo, abbiamo l’assoluta necessità di tenere pulito l’ambiente mentale, abbattendo vecchi modelli di pensiero limitanti, per aprirsi a nuove possibilità. Parole dall’Anima è un lungo treno con molte carrozze all’interno delle quali si trovano suggerimenti, spunti, esperienze, riflessioni che possono aiutarti a mantenere centrato il focus.
  3. Sistemati corpo e mente, non possiamo tralasciare le emozioni, il vero motore di qualsiasi cambiamento e trasformazione. Ritrovare slancio e ispirazione è di importanza vitale, e il Transformational Live Theater è stato concepito appositamente per questo: per fare il pieno di stimoli, riaccendere l’immaginazione e ridarti la carica, condividendo con altri questi vissuti.
  4. Dopo aver sollecitato corpo, mente e cuore, resta da colmare un aspetto essenziale, ovvero il riconoscimento della propria natura divina. E’ un aspetto che va sperimentato, non se ne può teorizzare a vuoto, o si resta nella sfera del mentale. La spiritualità è una faccenda molto concreta, e può essere per te di grande sostegno nel tuo percorso.
  5. Scegliere ambienti e attività preferenziali. Quali attività ci ridanno la carica? Quali luoghi ci fanno entrare in uno stato di calma, pace, ispirazione? Saremo d’accordo che stare a contatto con la Natura ha un benefico effetto su tutti noi, e che sollecitare la creatività apre la nostra mente a sfere che solitamente restano inesplorate.

Beh, ragazzi, non posso mica dirvi tutto adesso. E qualsiasi cosa letta qui non sarà mai come iniziare a sperimentare in diretta che cos’è una Transformational Experience.

Allora, quando hai intenzione di iniziare?

Elisa Renaldin

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