Come vuoi che sia la tua vita?

23 Settembre 2019by Elisa Renaldin

Una vita è irrisolta e irrealizzata, quando tenta di conformarsi a ciò che altri hanno deciso.

Siamo talmente abituati a sentirci dire come la nostra vita dovrebbe essere, da aver perso la capacità di percepire cosa in realtà vorremo fare e realizzare. Si entra in un sistema di credenze, lo si assorbe, poi ci si decide a sbarazzarsene ma non si fa in tempo ad uscirne, ed eccone subito un altro ad aspettarci al varco.

Ci si libera da una serie di regole, di dettami, ed eccone una nuova lista che siamo pronti ad abbracciare, convintissimi di aver fatto una scelta in piena libertà. Qualcuno dice: “la vita dovrebbe essere così!”, qualcun altro insinua “non dar retta a chi dice così e colà, fai come faccio io”, e qualcun altro ancora “è importante il tuo contributo per” o ancora “metti i tuoi talenti a disposizione di” e via dicendo. C’è sempre qualcuno che ci tira per una manica della giacca cercando, a strattoni, di portarci verso di lui, e noi ci facciamo abbindolare o per il senso di colpa o per il senso del dovere. Già.

C’è chi rinuncia alla vita mondana, convinto di dover sacrificare ogni aspetto materiale a dio.
C’è chi fa un lavoro terribile solo perché è quello che altri hanno scelto per lui, c’è chi si mortifica in posizioni inadeguate al suo livello perché ha paura di ambire a qualcosa di meglio,
c’è chi si preclude perfino la possibilità di tentare, perché convinto di non potercela fare.

Alla fin fine, ciò che comanda le nostre scelte sono la paura, un non ben definito senso del sacrificio, il senso del dovere, il senso di inferiorità, il non sentirsi degni e perfino il sentirsi degli eletti (a sostegno di una certa causa per la quale è in ballo la salvezza dell’intero genere umano). Beh, non credo proprio che un’anima venga qui con l’intento e il proposito di stare male intenzionalmente, privandosi del piacere e del benessere. Qualcuno chiamerebbe questo bullshits.

Abbiamo scelto di venire alla vita con dei propositi di espansione e di evoluzione, e nessuno ha mai detto che ascetismo, rinuncia e sacrificio siano i soli e unici mezzi prediletti per arrivarci. Rinunciare all’espressione dei nostri talenti e automortificarci non ci fa alcun onore, anzi.

Un parametro per capire se si è sulla strada giusta, è il livello di piacevole intensità in cui viviamo, e quanto sentiamo di aderire realmente a noi stessi, sentendoci utili, in pace e realizzati. Magari ci vorrà un po’ per arrivare lì, ma almeno dovremmo iniziare a sentire che abbiamo imbroccato la strada giusta. Se così non è, dobbiamo cercare un percorso che possa aiutare a levare un po’ di nebbia, tracciando un sentiero luminoso per ritrovarsi. Stanno per partire i workshop “Riaccenditi!“, dove sarà possibile sperimentare la Transformational Experience. Vieni a scoprire di che si tratta

 

ASCOLTA L’AUDIO QUI

(Musica: Ludovico Einaudi – Primavera (SizzleBird Remix)

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Elisa Renaldin

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